Roma – Una serata di musica e condivisione col pensiero rivolto all’est Europa stretta nella morsa della guerra. E’ quello che si vivrà nella serata di venerdì 13 maggio al Nuovo Teatro Orione di Roma. Sul palco, reduce da una tournée in Portogallo, quella che il M.E.I ha definito la “miglior punk rock band italiana nel mondo”: i The Sun.
Per chi non li conosce, nascono nel 1997 col nome “The Sun Eats Hours”, band punk di successo internazionale. Nel 2009, dopo un personale percorso di fede cominciato nel 2007, il frontman Francesco Lorenzi coinvolge il gruppo alla scoperta di un nuovo modo di vivere e fare musica: nascono così i The Sun. La loro storia è costellata di successi e grandi concerti, in Italia e all’estero, vantando un pubblico molto vasto e giovane. Il segreto del loro successo? “L’autenticità”, ci dice Lorenzi, raggiunto al telefono da ilfaroonline.it.
“Sono tanti i fattori che hanno contribuito ma credo che l’autenticità, assieme al desiderio profondo che c’è nella nostra musica di fare del bene, siano le due caratteristiche che ci hanno portato a trovare la strada verso il cuore di chi vuole ascoltare”. “Tutti noi abbiamo bisogno di ascoltare buone canzoni, leggere buoni libri, vedere film e opere teatrali che ci interroghino, ci incoraggino e supportino – continua il leader della band, che sul palco del Nuovo Teatro Orione sarà affiancato dal batterista Riccardo Rossi, dal bassista Matteo Reghelin e dai chitarristi Gianluca Menegozzo e Andrea Cerato -. Oggi vivimao in un mondo che ci fa molte proposte che per lo più demoralizzano, debilitano o deviano. E’ vero che noi andiamo controcorrente, però l’essere umano è attratto da proposte che danno forza e sono autentiche. Forse è questo il segreto. La produzione musicale e artistica che c’è nel modo è diversa rispetto a quello che fanno i The Sun, ma nel nostro piccolo facciamo vedere che si può fare del bene al cuore delle persone”.
Un modo di fare, quello dei The Sun, che non si è fermato nemmeno durante i due anni di chiusure dovute alla pandemia: “Eravamo abituati a fare grandi tournée e numerosi eventi di una certa dimensione. Però questi due anni ci hanno permesso di riadattarci”. I The Sun hanno infatti proposto “un buon numero di eventi chiamati house concert, in versione semiacustica. Erano – spiega Lorenzi – concerti per numero molto ridotto di pubblico, in ambienti inusuali, che però ci hanno dato tanto. Infatti, in un momento in cui le persone erano distanti e impaurite, questa idea ci ha permesso di essere più vicino agli altri. E, allo stesso tempo, questo tipo di confronto ci ha permesso di incontrare noi stessi”. Poi una precisazione: “L’incontro col pubblico, i due anni di emergenza sanitaria, ci hanno permesso di capire che questo stare giù dal palco, l’incontrarci, ascoltarci è veramente questa modalità che ci sta permettendo anche adesso di salire sul palco”.
E il ritorno alla “normalità” come è stato? “Siamo tornati a fare grandi eventi, si è da poco concluso il tour in Portogallo, ma sul palco siamo saliti con un spirito diverso, lo stesso che abbiamo coltivato in questi due anni di chiusure. Sempre però con la stessa energia che ci contraddistingue da tempo. E’ stata un’esperienza che ci ha arricchito. Come sempre la vita ci propone difficoltà e opportunità ma sta a noi leggere le situazioni cercando di capire che cosa possiamo prendere e dare di buono”.
Se si parla di musica e di suoni con Francesco Lorenzi non si può non parlare di silenzio, al quale ha dedicato un intero capitolo del suo ultimo libro: “La parte migliore di noi stessi si incontra proprio attraverso il silenzio. E questo vale anche per i musicisti. Sul pentagramma le pause sono scritte esattamente come le note; fanno parte del ritmo. Ma non è solo una cosa tecnica questa. E’ una realtà. Solo nel silenzio possiamo incontrare quella voce, anche quella di Dio, che non urla, ma sussurra con tenerezza e chiarezza. Il silenzio ti dà forza. Senza rischiamo di perdere la strada. E’ un’esperienza che si coltiva nel tempo e di cui tutti siamo testimoni. Del resto, se abbiamo potuto vivere certe trasformazioni è stato anche per il tempo cercato e dedicato al silenzio”.
Quella che si svolgerà al Nuovo Teatro Orione sarà una serata particolare, col pensiero rivolto all’Ucraina. Chi sarà in sala vivrà “una serata di condivisione, di fraternità di musica a servizio di una causa giusta, che è appunto il sostegno di questi fratelli che stanno perdendo tutto, e si trovano a dover ricalibrare in modo drammatico le proprie esistenze”, spiega Lorenzi, sottolineando: “Sarà una serata di solidarietà, ma quella più vera e autentica. I fratelli orionini hanno proposto questa bellissima raccolta fondi con motivazioni del tutto umane, senza entrare nel merito di vittime e carnefice perché, ce ne siamo resi conto tutti, la questione è ben più complessa”.
La musica può essere allora un antidoto alla guerra? Cervantes nel Don Chisciotte afferma: “Dove c’è musica, non può esserci nulla di cattivo”… “Ahimè oggi non è vero che dove c’è musica non può esserci guerra – dice infine il leader dei The Sun -. Oggi c’è tanta produzione musicale che inasprisce gli animi, allontana le persone, crea luoghi e situazioni drammatiche e purtroppo succede anche in italia. Quindi non è vero che dove c’è musica c’è pace. Dove c’è musica a servizio del bene comune c’è pace. E’ diverso”.
(Il Faro online) Foto © Silvia Dalle Carbonare – Clicca qui per leggere tutte le notizie di Roma Città Metropolitana
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