Animali maltrattati, soggiogati dall’uomo e ridotti ad un mero intrattenimento per il pubblico pagante…questo è il circo: sfruttamento e predominio dell’uomo sulle altre specie, quando troppo spesso dimentichiamo che anche noi siamo animali.
Con una lunga storia alle spalle che parte dall’Antica Roma, il circo è stato da sempre visto come un luogo di divertimento, dove poter ammirare acrobazie e spettacoli, ma che ha come “punto di forza” (ahimè) l’uso di animali ammaestrati. Le specie che fanno parte dello show, però, sono prigionieri, vivono negli spazi ristretti delle gabbie, strappati troppo presto dalle loro madri, vengono poi addestrati con metodi coercitivi e sono costretti a viaggiare, in condizioni spesso non idonee, ed a spostarsi in tutto il mondo per esibirsi. Il tutto diventa fonte di malessere ed estrema sofferenza.
Ancora oggi siano circa 2.000 gli animali usati nei circhi italiani, “costretti a esercizi innaturali, sottoposti ad addestramenti basati anche su violenza fisica e psicologica, rinchiusi in piccoli spazi, spesso in ambienti inadeguati e sottoposti a spostamenti che costituiscono per loro un ulteriore stress – scrive Lav, la Lega Anti Vivisezione -. Mentre sono già più di 50 i Paesi che nell’Unione Europea e nel resto del mondo hanno vietato o fortemente limitato l’uso degli animali nei circhi in diverse forme”.
Eppure, è un dato di fatto che il circo può esistere anche senza animali: sono molti i circensi che scelgono di mandare in scena solo trapezisti, pagliacci, funamboli, giocolieri ed altri artisti, con un show che, non solo incanta il pubblico, ma invoglierebbe molte più persone ad assistere agli spettacoli.
Non è un caso il leone Kimba (leggi qui), fuggito dal circo Rony Roller a Ladispoli abbia fatto riaccendere una polemica portata avanti da anni: ambientalisti, attivisti e semplici cittadini si battono da sempre e chiedono a gran voce una normativa nazionale contro l’uso degli animali nei circhi. Secondo l’indagine Doxa BVA, commissionata da LAV a settembre 2023 “Oltre il 76% degli italiani è contrario all’uso degli animali nei circhi e quasi 4 italiani su 5 (79%) sono favorevoli a destinare i fondi pubblici, attualmente devoluti ai circhi con animali, solamente a favore di circhi che si riconvertiranno, proponendo spettacoli con giocolieri, trapezisti e altri numeri, senza l’uso di animali”.
Cosa dice la legge sull’uso degli animali nei circhi
Per quanto riguarda le normative vigenti in Italia, con la Legge 18 marzo 1968, n. 337, Art. 1, lo Stato “riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e dello spettacolo viaggiante. Pertanto sostiene il consolidamento e lo sviluppo del settore. Sono considerati “spettacoli viaggianti” le attività spettacolari, i trattenimenti e le attrazioni allestiti a mezzo di attrezzature mobili, all’aperto o al chiuso, ovvero i parchi permanenti, anche se in maniera stabile. Sono esclusi dalla disciplina di cui alla presente legge gli apparecchi automatici e semi-automatici da trattenimento”.
L’ultimo aggiornamento di tale legge è stato fatto nel giugno del 1994. Quindi, non si sposa perfettamente con la presa di coscienza odierna in cui ci si sta rendendo sempre più conto delle condizioni di vita degli animali impiegati nei circhi. Alcuni Comuni, infatti, sono riusciti a vietare la permanenza degli spettacoli itineranti che ne fanno uso tramite dei regolamenti comunali. Ma non sempre è stato possibile: tali regolamenti andavano comunque in contrasto con le norme nazionali attualmente. Dopo la fuga del leone Kimba però, il Sindaco di Ladispoli con delle disposizioni comunali e prescrizioni dettagliate è riuscito a vietare l’uso degli animali al circo in questione (leggi qui).
Ma la normativa “non contiene alcun obbligo riguardo la gestione degli animali, né criteri da rispettare a garanzia delle loro condizioni di vita e non ha mai subito variazioni in tal senso”, spiega Lav. L’unica via d’uscita sarebbe l’attuazione della Legge Delega del luglio 2022 sullo spettacolo, che ha tra i suoi obiettivi “il superamento dell’uso di animali nei circhi e negli spettacolo viaggianti“.
Anche secondo l’Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali), esiste una possibile strada da seguire: “l’introduzione di una legge che vieti i circhi con gli animali, anche nel rispetto del nuovo articolo 9 della Costituzione che ‘tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni’. Al contrario di quelli che usano gli animali, gli spettacoli circensi con soli acrobati e clown possono essere educativi, mostrando i talenti umani e non le penose costrizioni di esseri senzienti costretti dall’uomo a dare spettacolo a forza di pesanti addestramenti”.
Come fare, quindi?
In attesa di ulteriori leggi o modifiche alle normative esistenti, c’è da considerare che il rilascio in natura di un animale che è nato e vissuto solo in un circo sarebbe pericoloso anche per lui stesso: chi è cresciuto in cattività, non sa nemmeno cosa sia la libertà (e questa è una delle peggiori crudeltà). Prendere, ad esempio, un animale dal circo e “gettarlo” nella savana sarebbe un attentato nei suoi confronti, perché non è abituato a procacciarsi il cibo da solo, a difendersi… Ciò non significa che sia giusto tenerlo in gabbia, assolutamente. Il problema sta a monte: come arrivano gli animali al circo? Si parla di traffico illegale di animali selvatici? Se sì, perché non è mai stato fermato?
Nel mentre chi impiega gli animali non starebbe, quindi, violando la legge ma i principi etici e morali su cui si dovrebbe basare la convivenza con tutte le altre specie che come l’uomo abitano il pianeta Terra. Purtroppo, andare contro natura sembra essere da sempre nella “natura” dell’uomo: si pensi anche allo sfruttamento all’ennesima potenza di tutte le risorse naturali che scarseggiano sempre di più, oppure all’inquinamento che minaccia sempre più l’ecosistema. Tutte azioni che, per mano dell’uomo, stanno pian piano distruggendo la casa di tutti gli esseri viventi e gli stessi che la abitano. Se non si inizia, quindi, da una presa di coscienza profonda su tutte le conseguenze che portano queste azioni e sul fatto che intelligenza umana non significhi supremazia, forse nell’evoluzione qualcosa potrebbe essere andato storto.