Se c’è un ambito in continua evoluzione quello è il digital marketing. La ragione principale risiede nel fatto che i suoi sviluppi interessano tanto l’economia quanto la società e persino la cultura.
In questi ultimi anni si respira un particolare fermento, dovuto, tra le altre cose, ai cambiamenti che riguardano la realtà virtuale, la realtà aumentata, i social network e l’intelligenza artificiale.
C’è poi un altro aspetto da considerare ed è relativo agli aggiornamenti del motore di ricerca più utilizzato al mondo: stiamo parlando di Google, naturalmente.
Ma quali sono i trend da tenere d’occhio nella comunicazione via etere? Ce ne sono diversi, alcuni utilizzati da diversi anni, altri più nuovi. Non resta che scoprirli insieme.
Search Engine Optimization: ancora molto attuale
Con la nascita dei motori di ricerca si è fatta strada la necessità per aziende, appassionati e professionisti di risultare visibili sul web. Non è importante solo essere presenti, quindi, ma anche facilmente trovabili dagli utenti, in quanto posizionati ai primi posti nelle SERP.
Per farsi notare, la cosa migliore è avvalersi della collaborazione di un consulente SEO Milano: città tra le più all’avanguardia nei diversi ambiti dell’economia, marketing incluso, nonché luogo in cui possono trovare diversi esperti qualificati.
La SEO, infatti, è una disciplina che richiede da un lato particolari attitudini caratteriali, le cosiddette soft skills, unite ad altrettanto sviluppate competenze tecniche o hard skills, conseguite grazie a un percorso di studi mirato e a costanti sessioni formative.
Di cosa si tratta, esattamente? Con l’espressione Search Engine Optimization si fa riferimento all’ottimizzazione per i motori di ricerca: questa è la traduzione letterale dall’inglese.
Parliamo di tutte le tecniche e azioni che prevedono l’impiego di parole chiave o keyword, adoperate all’interno dei canali digitali e in special modo in un sito web.
Le keyword vengono selezionate con l’ausilio di appositi tool, sulla base dei termini più usati dagli utenti su internet, per poi venire inserite nella creazione dei contenuti.
La SEO denota al suo interno diverse branche specialistiche: dalla mobile passando per la local.
La loro conoscenza è spesso determinante per la realizzazione di una strategia capace di offrire maggiore visibilità alle imprese e ai loro servizi.
Qualcosa che vale tanto per chi opera soltanto sul web o in presenza, e ancora di più per le realtà ibride: quelle che si avvalgono di entrambi i canali. Questo perché se non si ottimizza qualsiasi mezzo di comunicazione con gli strumenti della SEO, le altre strategie adottate porteranno per forza di cose risultati inferiori alle aspettative.
Il ruolo dell’influencer marketing
La nascita dei social media ha cambiato l’utilizzo del cellulare per sempre. Parliamo di un mondo percepito da molte persone come un passatempo e al contempo uno strumento di condivisione e socializzazione, ma anche qualcosa che si rivela foriero di opportunità per le aziende.
Un ruolo particolarmente di rilievo è quello che negli ultimi anni hanno assunto gli influencer, attualizzando un concetto tanto antico quanto proficuo: quello del passaparola.
Si tratta di veri e propri professionisti del web, soprattutto quando appartenenti alla categoria dei content creator. Alcuni sono persino visual designer e si occupano di una gestione dell’immagine a 360°, talvolta creando linee commerciali, differenti a seconda dell’ambito di pertinenza.
Il caso Ferragni e i conseguenti provvedimenti disciplinari stanno portando una maggiore regolamentazione del settore. Ciò comporterà l’adozione di strategie di nuova definizione per tutte le parti coinvolte.
Una cosa è certa. Non sempre la scelta di un creatore di contenuti con un ampio seguito si rivela la soluzione migliore: i cosiddetti micro e nano influencer sono altrettanto interessanti, dal momento che consentono di accedere a vere e proprie nicchie di mercato, più settoriali e maggiormente in linea con la brand identity del business.
L’influencer marketing risulta uno strumento quanto mai utile per implementare il social commerce, un altro trend di grande attualità che prevede l’utilizzo di strumenti ad hoc: dal rinvio su store realizzati su misura, al conseguimento di cataloghi di semplice visualizzazione.
L’utilizzo di big data e small data
L’analisi dei dati è diventata sempre più imprescindibile per comprendere quali strategie e tecniche adottare, comprese quelle relative alle parole chiave.
Pertanto, occorre distinguere il processo di acquisizione delle informazioni in due categorie:
- Big data. L’aggettivo “big” indica una mole notevole di dati, i quali possono essere sia di tipo strutturato – raccolti e manipolati a fronte di criteri precisi – oppure non strutturati, i quali provengono da più fonti e non sono attualizzati secondo un ordine preimpostato. Il rischio è di effettuare analisi troppo generiche, ecco perché spesso si rivela utile agire anche a livello micro.
- Small data. La loro attualizzazione è stata fatta da uno dei guru del neuromarketing: Martin Lindstrom. Parliamo di informazioni raccolte secondo criteri specifici, utili per orientare l’attività dal momento che presentano una profonda correlazione con esso. Si tratta, tra le altre cose, di veri e propri indizi legati agli stati d’animo degli utenti, particolarmente validi per chi desidera avvalersi degli strumenti di una branca innovativa come quella del marketing emozionale.
I due approcci possono essere adoperati sia singolarmente sia coesistendo: quantità e qualità, infatti, possono andare di pari passo. La valutazione della preferenza verso l’uno o l’altro andrà fatta sulla base degli obiettivi prefissati.
L’impiego degli small data è di maggiore attualità nel digitale e trova conferma in una vision che è sempre più sensibile all’ascolto dei bisogni del cliente, posto al centro dell’intero processo grazie all’adozione di soluzioni che si rivelano a sua immagine e somiglianza.