“Un Professore 2”, andata in onda su RaiUno, ha tenuto incollati allo schermo milioni d’italiani. Ben lontana dalla classica trama poliziesca, su cui la televisione italiana ha spesso raccolto le proprie fortune, la serie diretta da Alessandro Casale è riuscita a districarsi tra una sottile commedia e la dura realtà. Sul set burrascoso rapporto padre-figlio, amori persi e poi ritrovati, seconde opportunità concesse dalla vita (a costi altissimi), il tabù omosessualità, la violenza sulle donne, le difficoltà economiche, le malattie da affrontare. Il tutto con la filosofia e la scuola a fare da punto di partenza, mentre “Spazio tempo” di Francesco Gabbani fa da sfondo musicale per tutta la sitcom.
Una nota per i meri appassionati: l’interpretazione magistrale di Alessandro Gassman gli consente probabilmente di aggiungere quel quid in più che mancava alla sua carriera. Per troppi anni il pesante cognome del padre, il grande Vittorio, è sembrato pesargli. Ma ora può decisamente scrivere il suo nome tra i “grandi” della tv italiana moderna.
La trama
La seconda stagione mantiene lo standard della prima: protagonista della sitcom è infatti Dante Balestra (interpretato proprio da Gassman), un professore di filosofia che insegna al Leonardo Da Vinci, liceo nel pieno centro storico di Roma. Si tratta di un professore
anticonformista e rivoluzionario, che non ama interrogare né tanto meno fare lezione in classe (nonostante a volte sarà obbligato a farlo). Preferisce infatti spiegare all’aria aperta, portando i suoi studenti nei posti più belli della Capitale, dal Colosseo passando per Campo de’ Fiori, fino ad arrivare al Pincio che affaccia su piazza del Popolo. Ogni puntata, e dunque ogni lezione, si concentra su un filosofo in particolare quali Eraclito, Heidegger, Leibniz, Freud. Ma anche Aristotele, Platone, Giordano Bruno e tanti altri.
Dante, tramite gli argomenti cari ai geni del Pensiero, si pone l’obiettivo di arrivare dritto al cuore di uno studente in particolare, che sta vivendo situazioni personali complicate, con la speranza (spesso esaudita) che quegli insegnamenti filosofici possano aiutarli.
Dante ha un figlio, Simone (interpretato da Nicolas Maupas, già noto al grande pubblico per le sue perfomance in Mare Fuori), con cui nella prima stagione ha un rapporto complicatissimo, in quanto il padre se n’è andato durante l’infanzia dopo la separazione con la mamma Floriana ( interpretata da Christiane Filangieri). Un rapporto in bilico anche a causa della morte di Jacopo, il fratello di Simone, morto dopo pochi mesi di vita e di cui Simone non ha nessuna memoria. Lo scoprirà tardi. Tuttavia il legame tra padre e figlio inizia, in questa seconda stagione, a diventare “normale”, per poi consolidarsi sempre di più.
Balestra è inoltre un asso con le donne, da cui è continuamente circondato pur non innamorandosi mai di nessuna. Almeno fino a quando non re-incontra Anita (interpretata da Claudia Pandolfi), per cui “mettere la testa a posto”. Anita, madre single che fa fatica a trovare un posto di lavoro stabile (lo troverà poi in una libreria) va a vivere a casa di Dante, dove tuttavia è presente anche Floriana, tornata da Glasgow (sua sede
di lavoro) per stare vicino al figlio Simone. Una situazione particolare, a tratti surreale, che tuttavia fa nascere un clima di solidarietà tra le 2 donne.
Anita ha un figlio di nome Manuel (interpretato da Damiano Gavino), un ragazzo sveglio ma troppo avvezzo ai rischi, motivo per cui finisce in alcuni brutti giri in cui fa fatica ad uscire, salvo poi riuscirci. Stringe un fortissimo rapporto d’amicizia con Simone, nonostante i caratteri diversi: fin troppo istintivo il primo, fin troppo il secondo. Rapporto talmente forte che Simone, nella prima stagione, pensava fosse amore, motivo per cui baciò Manuel. L’omosessualità del figlio di Dante è tema centrale in questo secondo atto.
Nel corso della stagione Manuel scoprirà finalmente di avere un padre: Nicola Brandi (interpretato da Thomas Trabacchi). Si tratta di un ricchissimo manager, con cui Anita ebbe una storia svariati anni prima e di cui rimase incinta, senza dirglielo. Questo in quanto Nicola ricevette un’offerta di lavoro irrinunciabile dagli Stati Uniti, motivo per cui la donna preferì tacere, convinta che gli avrebbe rovinato la carriera. Nicola vive in un hotel di lusso insieme alla figlia Viola (interpretata da Alice Lupparelli). La ragazza, a causa di un incidente stradale, è costretta a stare sulla sedia rotelle, motivo per cui cova un profondo odio verso il mondo e non vuole nemmeno andare a scuola. Fin quando Dante, abile oratore, non la convince a farlo.
Col passare delle puntate Nicola scoprirà quasi da solo di essere il padre di Manuel che, dunque, è il fratello di Viola. Ma non sarà tutto rosa e fiori: Manuel non perdona ad entrambi di avergli mentito così a lungo e nemmeno la valanga di soldi di Nicola sembra fargli cambiare idea.
Presenti anche altri personaggi. A cominciare da Rayan (Khadim Faye), ragazzo di colore che gioca a calcio e sogna di diventare un calciatore professionista, anche se ha poca voglia di studiare. Nonostante sembri una persona molto sicura di se, Rayan ha dovuto superare enormi difficoltà per arrivare in Italia dall’Africa dove ha perso suo fratello, morto ammazzato. S’innamorerà di Viola, con cui poi intraprenderà una felice relazione.
Personaggio importante è anche Nina (interpretata da Margherita Agresti), ragazza tosta e che sta molto sulle sue. Nasconde un grande segreto: ha una figlia, che però vive dai genitori affidatari. Nina infatti non ha una famiglia alle spalle nè un lavoro per potersela mantenere. Questo la porterà a compiere delle follie insieme a Manuel: i 2 si innamoreranno presto.
E poi tanti altri: dalla mamma di Dante, Virginia (interpretata da Pia Engleberth), ex grande attrice, motivo per cui il professore di Latino Attilio Lombardi (Paolo Bessegatto). Spicca anche Luna (interpretata da Luna Iansante), a cui successivamente verrà dedicato un importante paragrafo.
La malattia di Dante e la paura della morte
“Un Professore 2” si contraddistingue per l’attenzione, voluta e riuscita, verso i temi sociali. A cominciare dalle precarie condizioni di salute di Dante, su cui si regge tutta la stagione. Dante ha infatti un gravissimo problema cerebrale, motivo per cui Elsa (interpretata da Chiara Ricci) lo sollecita a fare l’intervento, di fatto l’unica ancora di salvezza. Ma Dante è fermo sulle sue: non per orgoglio o similari, bensì per la paura. Motivo per cui tarderà, e non poco, a dire della sua malattia al figlio Simone, mentre ad Anita non lo dirà mai (Floriana lo scopre invece da sola). E già questo è uno spunto interessante: Dante è infatti costretto a fingere sorrisi e ad emanare tranquillità, anche perchè ormai si è costruito questo personaggio da portare avanti.
E’ abile a convincere gli altri, ma non a convincere se stesso. Fenomenale nel lanciare messaggi filosofici, molto meno ad applicarli lui. Segno di come sia molto più facile lanciare insegnamenti piuttosto che applicarli quando le situazioni riguardano se stessi. Ma anche segno di come la paura della morte sia talmente umana da non risparmiare nessuno: nemmeno i potenti, nemmeno i filosofi. Dante si opererà solo quando sverrà davanti all’ospedale Santa Costanza, dove stava tenendo una lezione su Epicuro: lo scoppio della vena lo mette in pericolo di vita. Al momento dell’intervento, tutti si radunano da lui.
In ospedale si precipita anche Attilio Lombardi, professore di Latino ultra-conservatore che, con sottile ironia, non perde occasione per lanciare frecciatine di disprezzo verso i suoi studenti. Frecciatine che lancia anche a Dante, di cui non condivide assolutamente i metodi d’insegnamento. Il primo utilizza il pugno di ferro ed interrogazioni a sorpresa tra le mura di classe, mentre il secondo come detto non ne vuole sapere. Ma nonostante queste diversità, Attilio non ci pensa un secondo a recarsi in ospedale a “tifare” per il suo collega, in bilico tra la vita e la morte. In fondo, di fronte a ciò, non esistono differenze e freddezza, ma solo la solidarietà. O almeno così dovrebbe essere e purtroppo spesso non è. L’operazione di Dante riuscirà alla perfezione e lui, dopo un lungo periodo di riabilitazione, tornerà in classe.
Anita e il “no” a Nicola
Non finiscono di certo qui i rimandi al sociale. Senza soffermarsi troppo sul burrascoso rapporto Dante-Simone, che ben rappresenta il consueto e difficile legame padre-figlio, più interessante è il legame tra il professore ed Anita. Lei è una donna povera, che ha sempre campato di traduzioni buttate qui e lì, immersa nelle difficoltà di trovare un lavoro dignitoso, costretta a crescere Manuel da sola, a cui non ha mai potuto dare troppo se non il suo amore. Un dramma a cui tante, troppe donne, sono costrette a fare i conti anche nella vita
reale: tra matrimoni finiti in divorzio, mutui alle stelle e precarie condizioni lavorative, è un’impresa per una donna essere madre single al giorno d’oggi. Ma Anita è la prova di come la forza di volontà possa sopperire anche a questo. Nemmeno i soldi di Nicola gli fanno cambiare approccio alla vita.
Lui infatti, una volta aver scoperto che Manuel è suo figlio, ha tentato di dimostrare la sua generosità offrendo denaro, case di lusso ed addirittura comprando la libreria dove lavora Anita. Insomma ha tentato di fare ciò che non ha mai potuto fare prima. Sia chiaro per il lettore: Nicola agisce completamente a fin di bene, ed anzi instaura anche un ottimo rapporto con Dante, a cui chiede aiuto per riportare a scuola la figlia Viola.
Anita tentenna di fronte tutto questo benessere: lei in fondo non ha mai avuto nulla e, come d’improvviso, si ritrova potenzialmente ad avere in mano un impero economico. Per un attimo, sembra cascarci, e finisce anche a letto con il ricco manager. Ma quando lui la porta a vedere la casa dove è in procinto di trasferirsi, lei tentenna. Poco dopo arriva la chiamata di Manuel dall’ospedale, sottolineando come Dante si stia operando al cervello. Anita si precipita in ospedale. Nicola, a quel punto, capisce di dover fare un passo indietro: Anita non ama lui, ma Dante. Non importa quanto denaro ci sia di mezzo.
Una morale troppo bella per essere vera? Forse, in parte, potrebbe esserlo. In un’epoca dove i femminicidi sono all’ordine del giorno, è quasi difficile credere che un uomo possa rassegnarsi al “no”, specialmente quando crede gli sia dovuto. Troppo forte, purtroppo, la cultura del possesso. Ciò che ha messo in scena Alessandro Casale sembra rivoluzionario, quando dovrebbe essere esclusivamente la normalità. E chissà che obiettivo del regista non sia stato proprio quello di volerlo ricordare.
Mimmo e la seconda possibilità (ma a costi altissimi)
Chi sbaglia paga. Di solito funziona così, in un modo o nell’altro. In fondo, come diceva Rocky “Nessuno colpisce duro come fa la vita. L’importante è come sai resistere ai colpi“. E ciò vale anche per “Un Professore 2”. Una delle storie nelle storie riguarda infatti Mimmo (interpretato da Domenico Cuomo, anch’egli protagonista in mare fuori), ex alunno di Dante che è finito in carcere per
qualche stupido errore di gioventù. Il giudice, tuttavia, gli concede una seconda possibilità con la semi-libertà, e Mimmo andrà presto a lavorare come aiuto-bibliotecario alla Leonardo Da Vinci, dove lavora proprio Dante. Ma i suoi compagni di cella approfittano della semi-libertà commissionandogli compiti loschi quali ritiro e consegna di mazzette, facendo leva sulla sua ingenuità. Ma quando gli verrà commissionato di aiutare Palummo, un criminale in libertà, ad uccidere il rivale in amore del “capo” di cella, Mimmo deciderà di collaborare con le Autorità dopo iniziali tentennamenti.
Qui entra in gioco Pantera (interpretato da Mirko Frezza), commissario di Polizia: è un tipo brusco, burbero e che parla un romanaccio stretto. Ma è uno tosto, che il suo mestiere lo sa fare e soprattutto è leale a Dante, di cui è molto amico. Pantera seguirà Mimmo e Palummo sul luogo dove dovrebbe avvenire l’omicidio, e qui inchiodano proprio Palummo che urla a Mimmo “Sei un uomo morto”. Questo lo sa anche il giudice, che infatti inserisce il giovane nel programma di protezione testimoni: nuovo nome, nuova città, nuova vita. Ha la seconda possibilità e se l’è guadagnata sul campo, pagando un prezzo altissimo. Mimmo deve infatti dire addio a Simone di cui, nel frattempo, si è innamorato. Ciò che conta davvero, però, è che Mimmo si è rialzato sfidando la paura e capendo i suoi sbagli.
Manuel-Nina, il peso delle responsabilità
Si dice che s’inizia a crescere quando tocca a noi decidere, senza che qualcuno lo faccia per noi. Una medaglia a 2 facce: da una parte si assapora il sapore della libertà, ma dall’altra si deve
fare i conti con le proprie responsabilità. Ogni scelta che facciamo, infatti, ricade sulle nostre vite. Nel bene e nel male. E ciò è evidente anche nel rapporto tra Manuel-Nina. Lei infatti, inizialmente, convince i Servizi Sociali a poter rivedere la figlia piccola, con qualche remora da parte dei genitori affidatari. Ma alla prima occasione utile, un incidente cambia le carte in tavola, facendo risprofondare Nina nel proprio dramma personale: Manuel va infatti a sbattere contro un’altra auto, ed è un miracolo che nessuno si sia fatto male. E ai Servizi Sociali tanto basta per annullare gli accordi presi: la bambina torna dai genitori affidatari e Nina non potrà rivederla tantissimo tempo.
Nina però non ci sta e decide di fare il passo più lungo della gamba: prendersi la bambina e scappare all’estero. Ovvero un vero e proprio rapimento. Manuel cerca di portarla sulla retta via, ma alla fine – causa un amore esagerato, a tratti tossico – si lascia trasportare e decide di aiutarla. Cerca di rimediare i soldi rubandoli a sua madre e vendendo la moto, ma capisce che nemmeno questo basta. Allora decide di recarsi dal padre Nicola, chiedendogli soldi,
giustificandosi così: “Non è un rapimento, è riprendersi qualcosa che lo Stato di avere”. Una critica senza nessun fondamento, ma in fondo Manuel lo sa. Nicola allora decide di rompere gli schemi: dopo avergli fatto la ramanzina, gli promette che entro poche ore gli caricherà migliaia di euro sulla carta, in modo da poter scappare. Il ragazzo crede di aver fatto il colpaccio. In realtà è proprio Nicola a chiamare la Polizia, che giunge prontamente a casa di Dante, dove Manuel e Anita erano “nascosti”. In Commissariato Nicola, complice l’aiuto di un ottimo avvocato, riuscirà ad impedire guai peggiori. Ma il messaggio è stato chiaro: la legge va rispettata, specialmente quando si è palesemente nel torto. Si tratta del primo e fondamentalmente unico insegnamento che, fin’ora, Nicola ha potuto insegnare a suo figlio. Poco dopo, tuttavia, offrirà un lavoro ad Anita nella sua azienda, in modo da potersi stabilizzare e fare bella figura davanti ai Servizi Sociali: bastone e carota.
Il tabù omosessualità
Nonostante siano sempre più frequenti i coming out, l’omosessualità è ancora un tabù. Troppe persone infatti decidono di condurre una vita segreta, lontana dalla luce del sole, per paura di essere giudicate come fossero “nel torto“. Il tema è tale anche nella serie. Come anticipato, infatti, Simone è omosessuale e tenta di nasconderlo: nella prima stagione addirittura si fidanza con una ragazza, di cui ovviamente non è per nulla innamorato. Ma almeno gli
permetteva di “nascondere” le sue debolezze. E’ la conoscenza approfondita con Manuel a cambiare le carte in tavola: Simone comincia ad avere sempre più attenzioni per lui e addirittura lo bacia, ma in generale ha comportamenti da “innamorato”. A tal punto che Dante
se ne accorge e gli dedica una lezione, per poi decidere di fare coming out. E quasi nessuno lo giudicherà per questo, ma anzi lo rispetterà al pari di tutti.
Questo fino alla prima puntata di questa stagione, quando Simone viene picchiato in palestra da uno studente più grande proprio in quanto gay. Mimmo lo salva, colpendo l’aggressore con una spranga di ferro, ma ciò non toglie il gesto brutale. Un gesto che, purtroppo, capita spesso anche nelle strade e nelle piazze.
Luna e la violenza sulle donne (ma non solo)
Chiudiamo questa recensione tornando sulla violenza sulle donne, in questo caso legata anche ad un altro concetto: la ricerca di approvazione. In un mondo sempre più dominato dalla finzione dei social, dall’apparenza e dalla superficialità, ricevere l’attenzione degli altri conta sempre di più, a costo di farlo diventare un obbligo di status sociale. Senza capire che, in realtà
Ed è proprio questa la situazione che capita a Luna (interpretata da Luna Iasante). Anche lei frequenta la classe di Dante, ma è una ragazza dalle mille fragilità: non si vede bella, si mette continuamente in paragone con la sua migliore amica Laura (interpretata da Elisa Cocco) e crede di non piacere a nessun ragazzo. Indossa spesso maglioni lunghi, come se non si sentisse degna di indossare qualcos’altro.
Luna decide quindi di rompere gli schemi ed inizia a parlare in chat con uno sconosciuto, che le fa complimenti erotici e a cui lei ricambia mandando foto hot di lei semi-nuda. Solo in quel momento Luna, convinta di piacere finalmente a qualcuno, acquista sicurezza e cambia totalmente comportamento. Decide di accettare un’uscita al buio con “L’invisibile”, come lei lo ribattezza, e si fa accompagnare proprio da Laura. Ma quando incontra il ragazzo misterioso, ed una volta salita in macchina, finisce vittima del branco di amici che inizia a toccarla e palparla. Solo l’intervento dei suoi compagni di classe e Dante la salva da un possibile stupro.
Luna è scossa e ferita, oltre che terrorizzata. Poco dopo torna alla sua “normalità”, comportandosi come aveva sempre fatto, ma perde ancor di più la fiducia verso gli uomini. Perchè un fatto del genere può traumatizzare a lungo, se non per sempre, una donna.
Conclusioni
“Un Professore”, la scorsa settimana, ha raggiunto quasi il 27% di share. Tradotto, significa che quasi 4 milioni di televisori in Italia erano sintonizzati sulla sitcom. E non c’è da sorprendersi: si tratta di una serie di stretta attualità che, partendo dai banchi di scuola, arrivare a toccare temi all’ordine del giorno.
Senza paura di urlare, in maniera chiara e forte, delle problematiche che vanno assolutamente risolte. Inoltre, la grande prova di tutti i protagonisti ha reso ancor più piacevole e scorrevole il tutto: mai momenti di noia e costante voglia, quasi “bisogno”, di vedere la puntata successiva. La sitcom finisce in maniera molto positiva: Dante torna, Mimmo può rinascere, sbocciano nuovi amori. Qualcuno potrebbe dire anche “troppo” positiva, non in linea con la vita reale. Ma in fondo un po’ di speranza ed ottimismo verso il futuro non ha mai guastato al mondo, ma anzi ha contribuito a svilupparlo.
Il grande successo fa pensare ad una possibile terza stagione, ma per il momento non ci sono conferme ufficiali da parte della Rai. Vedremo se tra qualche mese arriverà l’ok da viale Mazzini. (Foto: Ufficio stampa Rai)