“Un’epica del femminile senza eroismi, ma abitata dalla passione inesorabile per la libertà, per Napoli e gli imprevedibili volti dell’amore”
Cannes, 21 maggio 2024 “La vita è più lunga del cinema”, dice Paolo Sorrentino a Cannes, dove lo stesso giorno di vent’anni fa, 21 maggio 2004, portava la sua opera seconda, ‘Le conseguenze dell’amore’. Sorride: “Sono tutto molti belli i miei film, sono molto indulgente”, e prova a conquistare la Palma della 77esima edizione con Parthenope, che – dice il regista “non è una lettera d’amore, che non sono mai stato in grado di scrivere, bensì contempla il mistero della donna e il mistero di Napoli”. “Il lungo viaggio della vita di Parthenope – si legge nella sinossi – dal 1950, quando nasce, fino a oggi. Un’epica del femminile senza eroismi, ma abitata dalla passione inesorabile per la libertà, per Napoli e gli imprevedibili volti dell’amore. I veri, gli inutili e quelli indicibili, che ti condannano al dolore. E poi ti fanno ricominciare”.
Parthenope è Celeste Dalla Porta, nel cast Dario Aita, Isabella Ferrari, Peppe Lanzetta, Gary Oldman, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Daniele Rienzo e Stefania Sandrelli, arriverà nelle nostre sale in autunno con la neonata PiperFilm. Dichiara il regista, “non c’è nostalgia, malinconia e rimpianto, ma il passaggio dell’età: la verità non fa parte della giovinezza, dove gli incidenti di percorso vengono rimossi e si ha a che fare con l’insincerità, il sogno e il desiderio. È il racconto epico del sé, che si interrompe per dirla con Kierkeegard con l’ingresso della vita etica dalla vita estetica”.
Incuriosito dall’autodeterminazione femminile, Sorrentino ha “rinunciato all’ambizione di raccontare la donna, ma – rivela – ho trovato interessante accostare il mio lato femminile a un personaggio femminile, concentrandomi sullo scorrere del tempo: gli uomini, con infantilismo, credono il tempo non li riguardi, viceversa, con le donne ho trovato una corrispondenza”. E ancora, il sacro, aggiunge Sorrentino, “non so cosa sia, da laico per me il sacro è quel che nella biografia di un individuo non si dimentica” (fonte: Adnkronos)
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