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Ordine dei Giornalisti, il conto alla rovescia è iniziato: elezioni confermate

Ordine dei Giornalisti, il conto alla rovescia è iniziato: elezioni confermate

Il Milleproroghe non concede sconti: a marzo 2025 si vota. Svaniscono i tentativi di rinviare ancora il confronto con la base elettorale, mentre cresce l’attesa per un possibile ricambio generazionale e professionale

Il capitolo delle manovre per rinviare le elezioni del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e dei consigli regionali sembra finalmente chiuso, e lo è senza i soliti compromessi che caratterizzano la politica delle proroghe. Il Decreto Milleproroghe è stato approvato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale senza alcun emendamento che prevedesse un ulteriore slittamento delle elezioni. Una decisione che suona come una doccia fredda per chi, da tempo, si aggrappa alla poltrona.

Le votazioni per il rinnovo del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti si terranno regolarmente a marzo 2025. La prima convocazione è fissata per mercoledì 12 e giovedì 13 marzo dalle ore 10 alle ore 20, in modalità telematica, e domenica 16 marzo dalle ore 10 alle ore 18 per il voto in presenza. In caso di ballottaggio o mancato raggiungimento del quorum, sono già previsti ulteriori appuntamenti elettorali, con una struttura che garantisce la partecipazione degli aventi diritto in più occasioni.

Gli ultimi mesi hanno visto un’escalation di tentativi da parte degli “appassionati della poltrona” per inserire un emendamento ad hoc nel Milleproroghe, una manovra finalizzata a congelare ancora una volta le elezioni. Una tattica ormai logora, che puntava a guadagnare tempo sotto l’ombrello delle emergenze legislative. Tuttavia, la mancata inclusione di tale proposta nel decreto rappresenta una chiara risposta a chi sperava di continuare a rinviare il confronto con gli iscritti.

Questa volta, il legislatore ha evitato inciuci e ha scelto di procedere con chiarezza, ponendo fine a un’odiosa abitudine che troppo spesso alimenta sfiducia nei confronti delle istituzioni.

Il dato politico è chiaro: il rinvio non c’è stato, e le elezioni sono un appuntamento inevitabile. Per chi vedeva nel Milleproroghe l’ultima spiaggia per evitare un confronto elettorale, la delusione è cocente. Oggi, più che mai, quelle poltrone su cui molti si sono seduti troppo a lungo appaiono traballanti.

La base elettorale, infatti, è stanca delle dinamiche di potere che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Le nuove modalità di voto, con una combinazione di telematico con lo SPID e presenza, mirano a garantire una partecipazione più ampia e democratica. Ma questa stessa innovazione potrebbe riservare sorprese, portando un ricambio generazionale e professionale di cui il giornalismo italiano ha urgente bisogno.

Le prossime elezioni rappresentano un banco di prova non solo per i candidati, ma per l’intera categoria. La necessità di trasparenza, innovazione e rappresentanza reale degli interessi dei giornalisti si scontra con le logiche di conservazione di chi ha trasformato il proprio ruolo in una professione parallela. È tempo di cambiare, e le urne sono il luogo dove questo cambiamento può finalmente iniziare a prendere forma.

L’appuntamento di marzo segna un momento cruciale per l’Ordine dei Giornalisti: saprà la categoria scegliere il rinnovamento o resterà prigioniera delle vecchie dinamiche? Una cosa è certa: chi sperava di evitare la resa dei conti ha perso la sua ultima occasione.

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