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Chi tra di noi non ha mai letto una storia Disney? Credo siano ben pochi, anche tra i giovani di oggi, così diversi da quelli che invece si abbonavano a Topolino libretto o alle altre testate di questa magica editoria, come gli “Albi della Rosa”, gli “Almanacco”, gli “Albi d’oro” o i “Classici Disney”. Un mondo a parte che però spesso rifletteva situazioni attuali o riprendeva da fatti reali la sceneggiature di quelle storie.
Dopo aver importato (tra gli anni 40 e gli anni 60) storie disegnate da artisti dello studio Disney prettamente USA, come Gootfreedson, Barks, Murry, Hubbard, Eisenberg, Strobl, Tagliaferro, ecco apparire in Italia una schiera di ottimi disegnatori e sceneggiatori che cominciano a scrivere storie nostrane come Scarpa, Carpi, Bottaro, Perego, De Vita, Chierchini, Brahms, ecc. Qui di sotto una storia di Brahms (diminutivo dell’italiano Onorio Bramante).
E se durante tutti i periodi dell’anno le storie erano avvincenti, divertenti, avventurose nel mese natalizio per eccellenza, cioè dicembre, quelle storie si ammantavano di un afflato di dolcezza più evidente, di una ricchezza di particolari, di panorami innevati, di bontà, mitezza, indulgenza, dove anche i cattivi diventano buoni per un giorno e gli avari prodighi.
Ma quello che maggiormente intenerisce il lettore sono certi personaggi minori, sullo sfondo di alcune vignette, che impreziosiscono la storia, e che fanno da magnifico contorno al soggetto principale che è posto in primo piano. Qui sotto (disegnatore Carpi) sono ben evidenziati gli animali del bosco che sorridenti e felici si compiacciono del passaggio dei Sette Nani che vanno a lavorare anche sotto Natale.
In un’altra storia, con sempre la neve come sfondo preferito, l’intera famiglia di Topolino esprime soddisfazione e felicità mentre fanno gli acquisti natalizi, nella loro città, Topolinia, osservati da un uccellino che il disegnatore ha vestito con una sciarpa e cappellino (disegnatore Carpi).
Qui di sotto una storia disegnata da Perego, nella quale, in un paesaggio ammantato di neve, Pippo compra una statua parlante che si rivela essere l’incarnazione di un ladro di mummie egiziane morto per scappare ad un arresto. I nostri tre amici ridonano la pace a questo fantasma inquieto per il desiderio di vendicarsi, che alla fine perdona chi l’ha fatto morire.
Insomma una carrellata di storie natalizie tutte a lieto fine che inducevano i lettori ad assaporare il clima natalizio con uno spirito più benevolo verso il prossimo, più ottimista, assaporando vignette che sono un vero quadro di poesia, plasticità, perfezione del disegno, ridondanza di lieto fine obbligatorio ma suggestivo, come desiderosi di godere di scenette rassicuranti, rilassanti, coinvolgenti.
