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Meningite nel Lazio: alla popolazione servono informazioni corrette e chiare

Meningite nel Lazio: alla popolazione servono informazioni corrette e chiare

In collaborazione con Adnkronos. Rispettare il calendario vaccinale soprattutto se parliamo di vaccinazioni pediatriche è un aspetto cruciale per fare una prevenzione efficace. Tra le malattie batteriche invasive la meningite è particolarmente temuta: sebbene rara, ogni caso costituisce un serio pericolo per la vita di chi ne viene colpito. Il Lazio è la seconda regione che in Italia, negli ultimi anni, ha segnalato più casi di malattia invasiva meningococcica. Per fare il punto sulle attività di prevenzione messe in campo, l’evento phygital “Pre-occupiamoci della meningite in Lazio”, realizzato da Adnkronos con il supporto non condizionante di GlaxoSmithKline, ha riunito diversi esperti, che hanno sottolineato l’importanza di una corretta informazione.

“Il ceppo B è pericoloso nei bambini perché è il più frequente in Italia e soprattutto nel Lazio”, ha ricordato Elena Bozzola, pediatra all’Ospedale Bambino Gesù. “I dati dell’Istituto superiore di sanità mostrano che, nei bambini, rappresenta l’88% delle infezioni, contro il 60% della media italiana. È quindi importante la vaccinazione contro il ceppo B, ma anche contro i ceppi ACWY, il quadrivalente, perché C, W e Y sono sierotipi comunque presenti nella realtà italiana ed europea”.

Un dialogo aperto tra pediatra, medici di medicina generale, igienisti, centri vaccinali, specialisti è la chiave per dare ai cittadini le informazioni utili a maturare scelte consapevoli e chiare, rispetto alla confusione generata dalle fake news. “I pediatri sono capillari sul territorio e danno informazioni fondamentali per la cultura della prevenzione – ha evidenziato la pediatra di famiglia Donatella Morano -. I genitori mi chiedono sempre quale sia la differenza tra vaccini obbligatori e raccomandati: cerco di chiarire che in realtà tutti sono necessari. La differenza esiste solo nell’ambito scolastico, ma tutti i vaccini che sono nei Lea (Livelli essenziali di assistenza, ndr) sono in offerta attiva e gratuita. Tutti hanno la loro importanza. La meningococcica non è nelle obbligatorie semplicemente perché la meningite è rara, ma è fortemente consigliata”.

Non va trascurata infatti la pericolosità della meningite, che “ha un esordio subdolo, i sintomi sono molto sfumati ma l’aggravamento avviene in breve tempo – ha proseguito Morano-. Spesso non c’è tempo per la diagnosi, oppure non si possono prevedere gli esiti a distanza”. Il 10% dei pazienti colpiti dall’infezione giunge a decesso, mentre nel 10-20% dei sopravvissuti le conseguenze comportano danni al sistema nervoso, allo sviluppo motorio, danno sordità, cecità, paralisi, cicatrici, e possono comportare amputazioni.

“La corretta informazione è la cosa più importante. Specie per raggiungere gli esitanti, ai quali manca spesso quel dato in più per affrontare i propri timori”, ha sottolineato Vitiello, che nel 2007 fondò insieme ad altri genitori il comitato Liberi dalla meningite, dopo aver perso la prima figlia di 18 mesi, in un periodo in cui non era disponibile il vaccino. “Quando racconto la mia storia a un’altra mamma o papà dico che oggi non ci penserei due volte a vaccinare. Sebbene la meningite sia una malattia rara, non conta tanto il numero dei casi, quanto la loro gravità e l’incidenza sulla qualità della vita in caso di sopravvivenza. Vaccinarsi è un diritto-dovere per chi si protegge e per le fasce più fragili, poiché si aumenta l’immunità collettiva. Vaccinarsi è un atto per sé e per gli altri. Quindi i genitori scelgano la vita e l’opportunità che dà questo strumento di prevenzione”.

Secondo l’infettivologo e vaccinologo Roberto Ieraci, membro del Gruppo “Strategie Vaccinali” della Regione Lazio, si dovrebbe però superare una calendarizzazione che escluderebbe la fascia dei bambini dai 5 agli 11 anni dalla gratuità per il vaccino contro il meningococco B, uno dei ceppi più presenti in Italia. “Mentre la vaccinazione per i ceppi ACWY è gratuita da un anno di vita fino a 18 anni e 364 giorni, la vaccinazione anti ceppo B è gratuita da 3 mesi a 4 anni e poi si passa da 11-12 anni fino a 18 anni e 364 giorni. Sarebbe importantissimo offrirlo gratuitamente in forma attiva senza esclusioni intermedie, anche per evitare che le famiglie rimandino la vaccinazione e corrano un rischio”.

Ma non solo i bambini sono i soggetti da proteggere. Anche gli adolescenti possono essere colpiti dall’infezione meningococcica: grazie a quanto previsto dal piano di prevenzione laziale, “possono scegliere autonomamente di puntare sulla propria prevenzione una volta maggiorenni. La gratuità delle vaccinazioni contro i ceppi più diffusi, ACWY e B, li riguarda fino al compimento dei 19 anni”, ha sottolineato Maria Teresa Sinopoli, responsabile del Servizio vaccinale Asl Roma 4. A questo target si affiancano le persone con patologie croniche e anche i loro conviventi. “Dobbiamo far crescere la cultura vaccinale e portare avanti un’azione comune tra i medici in chiave preventiva, quindi è importante che gli operatori sanitari parlino tutti la stessa lingua, spieghino con chiarezza la pericolosità di questa malattia per smentire fake news dannose – ha sottolineato Sinopoli -. Parlarne, informare, rispondere ai dubbi. Se non lo facciamo come operatori sanitari, allora diamo spazio solo alla disinformazione”.

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