La definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e delle relative tariffe è un percorso lungo, complesso e poco coerente con l’evoluzione rapida e dirompente delle tecnologie e delle conoscenze della medicina. Come se non bastasse, la loro applicazione continua a presentare diseguaglianze tra le diverse Regioni Italiane. Per questo motivo Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Roche Diagnostics, ha organizzato l’evento dal titolo “I Lea e la ricerca di equilibrio tra i bisogni e la sostenibilità” per mettere a confronto i vari attori del sistema, al fine di arrivare a proposte utili e necessarie a un progressivo cambiamento e/o rivisitazione dei Livelli Essenziali di Assistenza.
Ad aprire i lavori Tommaso Trenti, Presidente della Società Italiana di Medicina di Laboratorio-Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica (SIBIOC), il quale ha evidenziato “il fatto che la pandemia ha mostrato, ora come non mai, il valore della diagnostica di laboratorio nella sanità quale insostituibile strumento di tutela della salute per tutti i cittadini”.
“SIBioC (Società Italiana di – Medicina di Laboratorio-Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica), Società scientifica che rappresenta i professionisti del laboratorio clinico, medici, biologi, chimici e tecnici biomedici apprezza e approva la revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza della diagnostica di laboratorio, legge che permetterà a tutti i cittadini italiani, senza distinzione di residenza regionale, di fruire di nuove e efficaci prestazioni – continua Trenti -. I nuovi LEA propongono un nuovo positivo processo dinamico di rivisitazione su base annuale dei contenuti dei Livelli Essenziali di Assistenza, eliminando gli esami divenuti obsoleti e inutili oltre a introdurne di nuovi. Tuttavia, Sibioc-Medicina di Laboratorio, pur condividendo le finalità, ha espresso preoccupazione per le conseguenze che potrebbe avere l’applicazione del tariffario dei nuovi LEA nella forma in cui è stato presentato alle Regioni. Tra i punti che più preoccupano c’è l’estrema contrazione delle risorse destinate alla diagnostica che mette a rischio la sostenibilità dei servizi di Medicina di Laboratorio, la mancata valutazione del valore delle competenze professionali, i molti errori e incongruenza dei contenuti del decreto indubbiamente da rivedere”.
Sul tema è intervenuta anche la Senatrice di Italia Viva e Presidente della Commissione Sanità del Senato Annamaria Parente, che si è espressa così: “Il governo apra in tempi brevi un tavolo di confronto per la riorganizzazione dei LEA. Bisogna aggiornarli e dare una risposta a tanti pazienti che aspettano di veder riconosciuta la loro malattia. I Livelli Essenziali di Assistenza sono un caposaldo del nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e indicano tutti i servizi ai quali i cittadini possono accedere gratuitamente o con il ticket nelle strutture pubbliche e convenzionate. L’ultimo aggiornamento risale però al 2017 e nel frattempo il quadro delle malattie è cambiato. Chiediamo perciò al governo di essere veloce nella nuova definizione. Sono tante le malattie che ancora non rientrano nell’elenco dei Livelli essenziali e molti pazienti, tra cui quelli affetti da malattie rare, e le loro famiglie sono in grande difficoltà. Tra l’altro, sappiamo che l’applicazione dei Lea continua a presentare diseguaglianze nell’applicazione tra le diverse regioni, e questo è un problema che va risolto. I malati hanno infatti il diritto di essere trattati allo stesso modo da Nord a Sud. Ai Lea è collegato anche il decreto tariffe, che è fermo da molto tempo. Al governo quindi chiediamo di aprire un confronto con tutte le Associazioni per dialogare e definire con i soggetti interessati un tariffario che sia il più adeguato possibile ai bisogni dei cittadini”.
“L’introduzione dei Livelli Essenziali di Assistenza è stata un’intuizione fondamentale per il SSN, cercando di assicurare equità e omogeneità della presa in carico dei pazienti delle cure in tutto il territorio nazionale. Purtroppo però, dopo alcuni anni dalla loro applicazione, esistono ancora disparità Nord-Sud e, in taluni casi, iniquità dell’accesso al SSN spesso legato alla differente gestione a livello regionale- conferma Sergio Bernardini, Professore Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica Università Tor Vergata Roma -. Recentemente sono state proposte tariffe per la Medicina di Laboratorio assolutamente improprie, che non considerano il valore della disciplina e i costi fisiologici nella gestione della stessa. Se confermate, ne conseguirà un impoverimento dell’offerta e della qualità delle prestazioni soprattutto nei laboratori pubblici che sarebbero stretti nella morsa tra la riduzione del personale e le riduzioni del costo degli approvvigionamenti, pur di fornire prestazioni tariffate fortemente al ribasso”.
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