Il Principe Ladislao Odescalchi (1846-1922), Signore di Palo, è tra i protagonisti de “L’ultimo gran ballo della Roma Pontificia. Ritratti e Storie familiari della Nobiltà dell’Ottocento”, il nuovo libro di Andrea Cotticelli, edito da Palombi Editori, uscito in questi giorni in tutta Italia. Ladislao Odescalchi è passato alla storia per essere stato il fondatore di Ladispoli ovvero la Città di Ladislao, situata sul litorale laziale a nord di Roma.
Sul finire dell’Ottocento il romano Principe Ladislao Odescalchi, discendente di Papa Innocenzo XI, destinò considerevoli sostanze del suo patrimonio al completo restauro del suo imponente Castello Odescalchi di Palo, un bastione a pianta quadrata con torri angolari, affacciato sul mare e circondato da una fitta macchia mediterranea, per trasformarlo nella sua residenza ufficiale e in un luogo idoneo ad ospitare la sua preziosa Collezione Odescalchi di armi d’epoca, costituita da oltre duemila pezzi comprendenti intere armature, armi da fuoco, armi da difesa e da offesa e convenientemente esposti nei saloni medievali del Castello.
Egli amava la quiete che gli offriva lo splendido isolamento della sua Palo, situata sul litorale laziale a nord di Roma, dove dalle torri del Castello si affacciava per ammirare il mare e ascoltare il silenzio dell’incantato luogo, interrotto saltuariamente dalla voce di qualche buttero che incitava gli armenti mentre attraversava la macchia mediterranea. Questa quiete però in estate si trasformava per Ladislao in un incubo.
Infatti i romani, soprattutto la classe borghese, avevano ormai preso in quegli anni l’abitudine di sfuggire alla soffocante calura che opprimeva Roma riversandosi a frotte sul litorale laziale, non escludendo la solitaria ed invitante spiaggia di Palo, dove con i loro schiamazzi squarciavano la quiete del luogo spingendosi fin sotto le mura del Castello. Ladislao così, per preservare la quiete intorno alla sua dimora, decise di creare un luogo per il turismo balneare il più possibile lontano dal suo Castello di Palo.
Il luogo però doveva trovarsi necessariamente all’interno della sua tenuta di Palo e la scelta cadde su una striscia di terra affacciata sul mare e con larghissima spiaggia delimitata da due torrenti, il Vaccina e il Sanguinara. Per la lottizzazione e la costruzione di case e villini istituì un consorzio del quale egli stesso faceva parte insieme all’ingegnere Vittorio Cantoni, che ne avrebbe diretto i lavori. Si arrivò così alla posa della prima pietra il 2 luglio 1888, festeggiata con un grande banchetto dato dal Principe Odescalchi al quale parteciparono autorità statali ed esponenti della nobiltà e della borghesia giunte appositamente da Roma con un treno speciale.
Era nata Ladispoli: la Città di Ladislao!
Oltre al Principe Ladislao Odescalchi passato alla storia per essere stato il fondatore di Ladispoli, Andrea Cotticelli nel suo nuovo libro “L’ultimo gran ballo della Roma Pontificia. Ritratti e Storie familiari della Nobiltà dell’Ottocento”, edito da Palombi Editori, narra le storie familiari, le passioni politiche, gli amori, gli interessi economici e culturali di venti tra i maggiori esponenti della Nobiltà Romana, che parteciparono al Ballo Borghese del 1866, che fu un grande affresco storico, culturale e sociale dell’élite della seconda metà dell’Ottocento ma allo stesso tempo il canto del cigno della Roma Pontificia.
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