Bene e male, religione e potere, mafia e Chiesa... tutti ossimori che verrebbe naturale contrapporre, ma non sempre… “La scomunica della cupola” di Fabio Beretta e Damiano Mattana, edito da Di Carlo edizioni, indaga proprio su questo, con i riflettori puntati sul controverso rapporto mafia-religione: due mondi che non dovrebbero e non possono coesistere.
Ufficialmente scomunicati dalla Chiesa, imperterriti gli uomini di mafia pregano, si raccomandano a Dio, implorano clemenza, professando una fede della quale violano uno dei comandamenti più importanti: “Non uccidere”. Eppure, la loro finta religiosità è come se fosse protetta da una cupola, ma non quella di San Pietro, quella fatta di odio e violenza, dove il vero comandamento diventa far soffrire, torturare, “uccidere”.
Parliamo degli uomini che hanno perpetrato la strage di Falcone e Borsellino, di quelli che fanno della criminalità uno stile di vita e del trasmettere terrore il loro modus operandi. Ma guai a dirgli che non credono in Dio… “La scomunica della cupola” inizia come un viaggio nelle terre dove l’ombra della mafia oscura tutto il bello che c’è. Terre dove ha compiuto e continua a compiere i delitti più atroci, lasciandosi dietro una lunga scia di sangue e vittime innocenti: Calabria, Puglia e Sicilia.
Eppure, troppo spesso per quelle vie si vedono manifestazioni religiose in cui i boss vengono visti come protagonisti: inchini delle statue sacre davanti alle loro case durante le processioni, santini “portafortuna” nei covi per la latitanza, funerali che sembrano quelli di Stato, quando muoiono. Come se il mafiose fosse un benefattore e non un criminale. Ma come può credere in Dio chi non segue la sua parola?
Il libro si avvale delle testimonianze di grandi uomini di Chiesa, che hanno dedicato la loro vita a rinnegare la mafia ed a combatterla, con lo scopo di spingere le persone ad alzare la testa, a convertirsi ad una vita dove si professa una religione dove si vuole bene al proprio fratello e non si vuole la sua morte. Il tutto si unisce al monito di Papa Francesco che scomunica e condanna i mafiosi come incarnazione del male.
“La scomunica della cupola” è una lettura potente che va controcorrente conun obiettivo: scindere una volta per tutte la mafia dalla chiesa, smontando una ad una, tutte le credenze, le convinzioni o le “tesi” secondo le quali una non debba necessariamente escludere l’altra.
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