Takahiro Yoshimatsu è un nome di primo piano nell’universo dell’animazione giapponese. Con un percorso professionale lungo e variegato, ha dato un contributo significativo a molte delle serie anime più emblematiche, come Dragon Ball, Trigun e Hunter x Hunter. Il suo stile unico e la passione per l’animazione lo rendono uno dei professionisti più rispettati del settore. Abbiamo avuto la fortuna di intervistare Yoshimatsu-san, discutendo delle sue opinioni sul mondo dell’animazione, delle sue esperienze in progetti di grande rilievo e della sua visione per il futuro dell’industria.
Quali aspetti del mondo e dei personaggi di Hunter x Hunter ha trovato più stimolanti e sfidanti da animare, e c’è qualche scena o personaggio a cui è particolarmente affezionato?
Sono estremamente grato di aver partecipato a Hunter x Hunter! Ho seguito il manga sin dal primo volume e sono rimasto colpito dal protagonista, dalla sua determinazione e dal suo carisma. Questa caratterizzazione mi ha profondamente ispirato e mi ha fatto affezionare al personaggio. In verità, mi piacciono tutti i personaggi e ho continuato a disegnarli anche dopo! Se devo scegliere, ho una certa predilezione per i personaggi femminili, ma senza preferenze nette.
La sua carriera è stata incredibilmente lunga e ricca di esperienze diverse. In che modo il suo approccio all’animazione e al character design è cambiato nel corso di questi 40 anni?
Ho avuto l’onore di disegnare un’infinità di personaggi nel corso della mia carriera. Ogni nuovo progetto rappresenta una sfida avvincente, poiché la creazione di un design originale e la sua traduzione in animazione sono processi molto diversi. Questo mi stimola a migliorare continuamente e a cercare nuove soluzioni creative per i miei lavori.
Esiste qualche progetto che ha avuto un’impatto particolarmente significativo sulla sua crescita come artista?
Ogni progetto ha contribuito in modo unico alla mia crescita. Che si tratti di adattare personaggi già esistenti da un manga o di crearne di nuovi, ogni esperienza è un’opportunità di sviluppo personale. Lavorare su una nuova serie è sempre occasione di miglioramento.
Ha collaborato a serie iconiche come Dragon Ball, Hunter x Hunter e Trigun, che hanno lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo. Quali sfide ha incontrato nello sviluppo di queste serie e come riesce a infondere un tocco personale ai personaggi mantenendo la coerenza con il lavoro degli altri artisti del team?
Quando lavoro a serie tratte da un manga, non si tratta solo di replicare i personaggi. Il mio obiettivo è sempre quello di aggiungere un tocco personale, un piccolo segreto che preferisco non rivelare! In questo modo, riesco a mantenere la coerenza con lo stile originale, aggiungendo però qualcosa di distintivo.
Nel 2018 ha ricevuto il prestigioso Newtype Anime Award per il character design in A Place Further Than the Universe. Come è nato il suo approccio per questo progetto specifico, e quali elementi chiave ha voluto trasmettere attraverso i personaggi?
In A Place Further Than the Universe, ho voluto dare ai personaggi un aspetto realistico, evitando il kawaii o l’eccessiva dolcezza. Desideravo che il pubblico potesse identificarsi con loro, rendendoli vicini e autentici. Il realismo è stato il focus principale di questo progetto.
È anche un mangaka e ha utilizzato lo pseudonimo Something Yoshimatsu per alcune delle sue opere. Che significato ha per lei questa identità artistica alternativa e come differisce il processo creativo come mangaka rispetto a quello nell’animazione?
Disegno manga come forma di rilassamento. Il lavoro di animatore è molto impegnativo e coinvolge il lavoro di gruppo. Al contrario, il manga mi permette di lavorare autonomamente. Quando sono stanco o stressato dall’animazione, mi dedico al manga per ricaricarmi. E quando ho voglia di staccare dalla solitudine del disegno, torno a essere animatore!
Negli ultimi anni, l’animazione è diventata più accessibile grazie alle nuove tecnologie digitali. Quali consigli darebbe ai giovani animatori e character designer che desiderano emergere in un’industria così competitiva?
L’animazione digitale ha reso questo mondo disponibile a tutti. Quando ero studente, fare animazioni era una sfida complessa. Usavamo camere 8mm e lavoravamo tutto a mano. Oggi, con i tablet, chiunque può iniziare a animare! È un’evoluzione positiva che avvicina anche i giovani a questa professione. Il mio consiglio è di disegnare tanto, mostrare i propri lavori e accogliere i feedback. Confrontarsi e imparare dalle critiche è essenziale per crescere. E non dobbiamo temere di esplorare nuove tecnologie!