Roma – Abbandonati per le strade, lasciati soli, indifesi e impauriti… il maltrattamento degli animali è una triste realtà contro cui da sempre si sta cercando di lottare. Per maltrattamento non si intendono solo violenze e sevizie. Anche l’abbandono è una forma di maltrattamento. Abbandonare un cane, ad esempio, significa metterlo in una condizione in cui non può provvedere a se stesso e questo rappresenta una forma di violenza. In materia finora sono stati fatti piccoli passi : l’abbandono è un reato, come stabilito dal codice penale (art.727). Ma sembrerebbe che ora si potrà fare qualche passo in più e le pene potrebbero diventare più severe.
“Finalmente inaspriremo le pene per chi maltratta e uccide gli animali, al via l’esame della mia proposta di legge alla Camera”: così la deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la difesa dell’ambiente, cui aderiscono numerosi parlamentari di tutte le forze politiche, che si è ricostituito nella XIX legislatura, annuncia la una proposta organica in materia (AC30), il cui esame è già stato annunciato dalla commissione Giustizia.
L’attuale articolo n.727 del Codice Penale sancisce che “Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze“.
Un reato che diventa maltrattamento e “chi maltratta un animale – spiega Brambilla – o lo uccide verrà punito più severamente“. La proposta di legge sembrerebbe avere “ampio consenso tra le forze politiche, manifestato anche in campagna elettorale – sottolinea la presidente.
Il testo modifica in più punti il codice penale e prevede il carcere nei casi più gravi. In particolare, il testo innalza i limiti della pena per il reato di uccisione portandolo dagli attuali “quattro mesi a due anni” a “da due a sei anni”, mentre per quello di maltrattamento si passa dagli attuali “tre a 18 mesi” a “da uno a cinque anni”, ma sempre accompagnati da una multa che può variare dai 5mila ai 30mila euro. Oggi la pena pecuniaria è alternativa a quella detentiva, ricorda la nota. “Inoltre – aggiunge la presidente dell’Intergruppo – la proposta di legge attribuisce al reato di abbandono le stesse pene del maltrattamento, che passano così da massimo un anno di carcere a cinque, e introduce nel codice penale le norme contro esche e bocconi avvelenati, oggi dettate solo da un’ordinanza ministeriale”.
“Dalla legislatura precedente – spiega Brambilla – abbiamo ricevuto in eredità la storica riforma della Costituzione, alla quale ho personalmente lavorato per tre legislature. Di qui prendiamo le mosse per affrontare alcuni problemi che richiedono soluzioni legislative. La nostra priorità è l’inasprimento delle pene per chi maltratta e uccide gli animali e altri interventi ‘di accompagnamento’ sul codice penale”. (Fonte: Ansa)