Roma – “A seguito di un accordo transitorio firmato tra le parti, sulle piattaforme social di Meta”, società madre di Facebook, “si tornerà ad ascoltare la musica tutelata da Siae”. Lo comunica la stessa Società italiana degli autori ed editori in una nota nella quale “esprime soddisfazione per questo risultato, cercato e raggiunto, ma rimane comunque impegnata a tutelare gli interessi dei suoi iscritti, continuando a lavorare instancabilmente per raggiungere un accordo definitivo e duraturo improntato all’equità e alla trasparenza, così come chiede anche la Direttiva europea sul Copyright. Si impegna inoltre a portare avanti le negoziazioni nel rispetto delle decisioni e delle misure cautelari dettate dall’Agcm”.
“Siamo lieti di annunciare che abbiamo concordato un’estensione dell’accordo di licenza con Siae. Questo consentirà ad utenti e creator di accedere alla nostra libreria musicale completa, incluso il catalogo Siae, nel pieno rispetto del diritto d’autore di artisti e compositori. I brani del repertorio Siae saranno ripristinati sulle nostre piattaforme, fino al 6 ottobre. Continueremo le negoziazioni con Siae in buona fede nella speranza di raggiungere un accordo a lungo termine”, fa sapere in una nota un portavoce della Società Meta.
L’annuncio del mancato rinnovo dell’accordo era arrivato a metà marzo. I primi di aprile, l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato aveva avviato un’istruttoria nei confronti di Meta Platforms, Meta Platforms Ireland Limited, Meta Platforms Technologies Uk Limited e Facebook Italy per accertare un presunto abuso di dipendenza economica nella negoziazione con Siae della stipula della licenza d’uso, sulle proprie piattaforme, dei diritti musicali.
L’Antitrust aveva poi imposto al colosso social di riprendere le trattive , deliberando di adottare misure cautelari nei confronti di Meta Platforms Inc., Meta Platforms Ireland Limited, Meta Platforms Technologies UK Limited e Facebook Italy S.r.l.. In particolare, l’Antitrust aveva individuato la dipendenza economica di Siae da Meta sulla base della presunzione prevista, per le piattaforme digitali, dall’articolo 9 della legge n. 192 del 1998, sottolineando come in questo caso i criteri valutativi debbano essere differenti rispetto a quelli utilizzati di solito per gli altri settori economici tradizionali. In tale contesto, il comportamento di Meta sembra avere natura abusiva e tale da determinare un danno grave e irreparabile alle dinamiche competitive nei mercati relativi alla gestione dei diritti d’autore, incidendo su tutti i soggetti che compongono la filiera (autori, soggetti che contribuiscono alla creazione dell’opera e tutelati dalla legge sul diritto d’autore, collecting societies che tutelano questi diritti, utenti finali). (fonte Adnkronos)