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Nessuno mette Tony Effe in un angolo

Nessuno mette Tony Effe in un angolo

Nessuna censura, quindi, almeno su carta, ma la sola volontà di creare un evento non divisivo. Ma la frittata è ormai fatta

Roma, 21 dicembre 2024- Nessuno mette Tony Effe in un angolo. Figuriamoci se qualcuno può escluderlo dall’esibirsi in uno dei luoghi simbolo della sua città, Roma. No, non può farlo proprio nessuno, neppure il sindaco in carica Roberto Gualtieri che adesso si ritrova a far i conti con un concertone di Capodanno praticamente disertato; chissà, forse toccherà a lui imbracciare la chitarra, cantando rime leggere sole-amore?

La vicenda era iniziata con il consueto annuncio del concerto con la conferma che, anche quest’anno, si sarebbe tenuto al Circo Massimo. Un evento gratuito che avrebbe attirato orde di giovani e meno giovani, promettendo tre santi del paradiso musicale italiano: Tony Effe, Mara Sattei e Mahmood.

Ma Tony, al secolo Nicolò Rapisarda, ex membro della Dark Polo, ha ben presto causato una lunga serie di bocche storte. Canzoni misogine, donne alla stregua di oggetti, iper-sessualizzazione, violenza e testi sboccati in maniera assolutamente gratuita e il Sindaco non ha potuto più fare finta di niente. Il trapper romano è stato escluso senza ulteriori giri.

“Non c’è nessuna censura. Non stiamo parlando del diritto sacrosanto di Tony Effe di esprimersi e di fare concerti- ha chiosato Gualtieri-  a Roma, ma dell’opportunità di utilizzare risorse pubbliche dell’amministrazione, e quindi dei cittadini, per fare di lui uno degli ospiti del concerto di Capodanno. Nel momento in cui è risultato evidente che quella scelta avrebbe diviso la città e urtato la sensibilità di tanti, abbiamo ritenuto opportuno chiedere un passo indietro perché per noi il concerto di Capodanno deve unire e non dividere la città”.

Nessuna censura, quindi, almeno su carta, ma la sola volontà di creare un evento non divisivo. Ma la frittata è ormai fatta ed anche i colleghi Mahmood e Mara Sattei, per ribadire il loro no alla censura artistica, si ritirano. Molti altri artisti si schierano a favore del cantante; Ora sembra che si dibatta ancora sull’annoso rapporto censura-potere, un sempre verde che non annoia mai. Eppure, nessuno gli ha mai strappato di mano il microfono quando filosofeggiava “Entro violento sul beat, entro violento su di lei” ed anzi Tony si è sempre esibito nella Capitale senza nessun inghippo. Quel che è anche vero, mentre lasciamo alla coscienza di ciascuno la valutazione della distanza che si può ritenere reale tra l’artista misogino e l’uomo per bene, è che è contro il buon senso comune invitare e ritirare l’invito e che questo bel guaio poteva in effetti esser risparmiato con un minimo di pensiero in più. Un po’ come quando nonna ci diceva: “Pensa, prima di parlare”.

E mentre Roma ora rischia di non cantare per l’ultima notte dell’anno, con buona pace per chi- magari- si era già organizzato per arrivare da altri parti di Italia, Tony Effe rimane impassibile: “C’è ancora chi pensa che io odi le donne. Roma ci vediamo a Capodanno.”; ed in effetti è proprio così, Effe ha una parola sola. A prezzi calmierati, con un tetto massimo di dieci euro, il cantante organizza un contro-concerto tutto suo al Palasport, all’Eur, promettendo una “vera e propria festa”. Uno sberleffo, forse. O forse la soluzione.

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