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“C’è ancora domani” arriva nelle sale di Regno Unito e Irlanda

“C’è ancora domani” arriva nelle sale di Regno Unito e Irlanda

Roma, 26 aprile 2024 – “Nessuno avrebbe mai potuto prevedere l’ondata di partecipazione e di affetto del pubblico per questo film. Sono un’attrice da quasi 30 anni, ho scritto sceneggiature negli ultimi 10 anni e ora ho fatto il mio primo film da regista a 50 anni. E condividere lo schermo e il botteghino con un film enorme come ‘Barbie’, che tratta anche delle esperienze delle donne, è una cosa positiva”. Paola Cortellesi racconta a Bbc News che non riesce ancora a credere al successo del suo film “C’è ancora domani”, in uscita in tutta Europa: “There’s Still Tomorrow”, questo il titolo inglese, sarà distribuito da Vue Cinemas nelle sale del Regno Unito e in Irlanda da venerdì 26 aprile.

L’anno scorso “C’è ancora domani” è diventato un fenomeno in Italia, incassando più di “Barbie” e “Oppenheimer”, i titoli di maggior successo a livello internazionale, ricorda la Bbc, che sottolinea come Cortellesi abbia ambientato il film nel 1946 “ma i suoi temi rispecchiano le preoccupazioni odierne sulla sicurezza delle donne nella società italiana”.

L’attrice e regista afferma, nell’intervista alla Bbc, che il suo film cerca in parte di esplorare una mentalità culturale che “va avanti da millenni”. “Il tema dell’uccisione delle donne è purtroppo molto, molto attuale, soprattutto in Italia – spiega Cortellesi – Ma il femminicidio è spesso la tragica fine di qualcosa che non è iniziato così. Quello che non sappiamo è la storia che culmina in un orrendo atto di violenza e nella morte di una donna ogni 72 ore in Italia. Possiamo solo dedurre una storia di violenza che spesso non viene nemmeno denunciata alle autorità prima che degeneri”. Cortellesi afferma che il tema della violenza contro le donne fa parte delle sue sceneggiature da anni, oltre che del suo lavoro teatrale e cinematografico come attrice, anche se precisa di non averla vissuta personalmente. “Volevo fare un film contemporaneo ambientato nel passato per confrontare ciò che è cambiato e ciò che è rimasto uguale”, spiega l’attrice a Bbc News. “Forse ora, come donne, abbiamo alcuni diritti e tutele, ma ciò che non è cambiato nella società è questa mentalità che distorce l’amore e lo trasforma in possesso. Ecco perché abbiamo bisogno di una migliore educazione”.

“Non si tratta di una commedia in sé, ma di usare il linguaggio della commedia per parlare di temi molto seri – dichiara la regista e attrice a proposito del suo film – Sento che usando l’umorismo si possono introdurre questi argomenti. Si sa che la gente, si spera, si immedesimerà e prenderà le parti della tua eroina, senza che io sia conflittuale nel mio linguaggio cinematografico“.

Quando “C’è ancora domani” è stato presentato per la prima volta in Italia, la pubblicazione di settore in lingua inglese “Screen Daily” lo ha definito “un racconto sentimentale di sofferenza e abnegazione”, aggiungendo che Cortellesi “lo esegue con stile”. “La violenza domestica è a volte coreografata in una danza grottesca e sorprendente”, ha scritto il critico Allan Hunter, aggiungendo: “I momenti romantici più esagerati sono sottolineati da un umorismo asciutto”.

Il messaggio tempestivo del film lo ha aiutato a raggiungere il primo posto al botteghino in Italia, superando “Barbie” nonostante l’enorme budget di marketing. La longevità e il successo di pubblico del film sono dovuti al passaparola vecchio stile, spiega Bbc News. Cortellesi sostiene che il 45% del pubblico in Italia era composto da uomini, cosa che definisce “una grande gioia”. “Questo non ha mai voluto essere un film contro gli uomini italiani, ma un invito a condividere e a camminare insieme sulla stessa strada della vita – aggiunge – Non volevo che gli uomini si allontanassero dalla visione del film e pensassero che stessi puntando un dito accusatore contro di loro. Credo che per il tono del film e per il modo in cui sono stati rappresentati tutti i diversi personaggi, gli uomini si siano identificati con i personaggi femminili, e l’ho visto nel modo in cui hanno reagito durante il film”.

In definitiva, però, l’attrice e regista definisce la figlia undicenne la sua “musa” per il film, che potrebbe essere descritto come “una storia d’amore madre-figlia”. “L’intero progetto è nato perché le stavo leggendo un libro sui diritti delle donne e mia figlia non riusciva a credere che esistesse un tempo in cui i nostri diritti non erano sanciti dalla legge. Così mi è venuto in mente che dovevamo parlare alle generazioni più giovani e far capire loro che i loro diritti non sono scontati“, racconta Cortellesi. “Solo perché abbiamo ottenuto qualcosa, non significa che sarà così per sempre. Volevo, in un certo senso, iniziare a passare il testimone a una generazione più giovane”.

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