Ho sempre cercato nelle Scritture i fondamenti della nostra fede e dei doni che riceviamo e per il cristiano il riposo è conseguenza della fatica: egli opera, produce e per questo poi trova quiete e soddisfazione proprio come si legge in Genesi 2,1: “Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l’esercito loro”: Questo Dio operoso il settimo giorno diede compimento all’opera che aveva fatta e si riposò.
Nella prospettiva della fede, quando lavoriamo creiamo come Dio creò e come lui proviamo poi soddisfazione e
riposo. Quando prega, evangelizza, legge la Parola di Dio, lavora nel campo del Signore con impegno e sincerità, il cristiano si relaziona con il prossimo come Dio si relazionò con la creazione e con l’uomo creatura sua.
Dobbiamo quindi operare per l’avanzamento del Regno di Dio, per la conoscenza delle cose che vengono da lassù, per fare la sua volontà come in Cielo così in terra – infatti l’avvento del Regno non è niente altro che la realizzazione perfetta della sua volontà ad iniziare dai cuori delle persone.
Questo genera una benedizione, sia per chi opera che per chi riceve e il riposo ne è la conseguenza. Sempre in Genesi 2,3 si aggiunge: “E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò”, proprio in quanto compimento della sua opera.
Quando un cristiano evangelizza, prega, aiuta un peccatore, sta santificando l’opera che Dio ha fatto in quel cuore e quella vita e di conseguenza quella persona benedetta e santificata, edificherà chiunque lo ascolti o lo segua.
Chi ha una relazione con il Signore attraverso al fede e la porta che Cristo Gesù ci ha aperto, non può che essere felice dell’opera che sta portando avanti per il Regno di Dio nel nome del Signore e perciò può entrare nel suo riposo, un riposo genuino, santo e benedetto.
In Ebrei 4,10 si dice: “Infatti chi entra nel riposo di Dio si riposa anche lui dalle opere proprie come Dio si riposò dalle sue opere”. In Esodo 33,14, c’è un verso molto bello e interessante: Mosè sta pregando e parlando con Dio e “Il Signore rispose:’ la mia presenza andrà con te e io ti darò riposo”.
Il riposo è servire facendo e ricevendo, nello spirito delle beatitudini che Gesù annuncia in Matteo 5. Dobbiamo essere convinti pienamente di quello che stiamo facendo, se lo stiamo facendo per il Regno, per l’opera che Cristo
ci ha affidato, come, per esempio, obbedendo al comando “andate e predicate il Vangelo ad ogni creatura”. Questo genera nella nostra anima qualcosa di molto forte, come leggiamo nel salmo 116,7: “Ritorna, anima mia al tuo riposo, perché il Signore ti ha colmato di grazia”.
Se la nostra fede è pura e trasparente, possiamo veramente vedere la gloria del Signore. Tutto questo è integralmente biblico: nella prima lettera ai tessalonicesi 5,23 ci insegna che nella nostra santificazione Dio è totalmente coinvolto. Leggetelo con molta attenzione: Dio vuole santificarci attraverso il nostro cammino di vita, evangelizzando, parlando, distribuendo le belle notizie che sono dentro di noi.
Leggiamo per finire Matteo 11,28-29. Gesù dice: “Venite a me voi tutti che siete affaticati, oppressi e io vi darò il riposo” Il vero riposo è quello di uno spirito felice, di un’anima serena e di un corpo gioioso nella grazia del Signore.
La chiave di tutto è andare a Gesù. Il verso seguente è ancora più incisivo: “Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me perché io sono mansueto e umile di cuore e voi troverete riposo alle anime vostre”. “Servire” nella fede cristiana, è meditare la Parola di Dio, esercitare l’evangelizzazione, amare il prossimo, pregare costantemente, condurre una vita trasparente. Il cristiano che opera per il Regno è un cristiano che troverà riposo all’anima sua perché sta diffondendo delle grazie che lui stesso ha ricevuto.
Dio vi benedica