vadimoda.it

L’orsa Jj4 tra la vita e la morte: quando l’uomo confonde la vendetta con la giustizia

L’orsa Jj4 tra la vita e la morte: quando l’uomo confonde la vendetta con la giustizia

Trento – Una mamma strappata ai propri cuccioli, un uomo che ha perso tragicamente la vita… da giorni non si fa altro che parlare della vicenda avvenuta in Trentino nella Val di Sole, dove un runner è stato aggredito e ucciso da un orso. Il tragico evento, che ha come protagonista l’orsa Jj4, ha sconvolto tutta Italia, dividendo l’opinione pubblica in due: da una parte c’è chi insiste sulla pericolosità dell’animale e che chiede a gran voce il suo abbattimento, mentre dall’altra, c’è chi sta cercando in tutti i modi di difendere la vita dell’orsa.

Sono soprattutto gli animalisti che, in primis, si sono schierati a difesa dell’orsa: tra striscioni, campagne social e petizioni, stanno facendo sentire la propria voce per scongiurare la drastica decisione che potrebbe prendere il Tar del Trentino. Dico “potrebbe” perché il destino di Jj4 è ora in mano ai giudici amministrativi: dopo aver accolto il ricorso presentato dalla Lav (la Lega Anti Vivisezione che si impegna a salvaguardare la vita e i diritti degli animali) è stata sospesa l’ordinanza di abbattimento firmata da Maurizio Fugatti, il presidente della provincia autonoma di Trento. La sentenza del Tar è stata, quindi, fissata per l’11 maggio: giorno in cui verranno decise le sorti dell’orsa.

Intanto, Jj4 è stata imprigionata e portata via dai suoi tre cuccioli: al momento della cattura, l’orsa era insieme ai piccoli esemplari, ancora in fase di svezzamento. Chi si prenderà ora cura di loro? E’ questo uno dei principali interrogativi che possiamo porci. Ma d’altro canto,  c’è un giovane che ha perso la vita.  E’ vero che gli orsi possono essere aggressivi, soprattutto quando si trovano a difendere i propri cuccioli. Ma è anche vero che l’uomo dovrebbe sapere come comportarsi in un probabile incontro con uno di questi esemplari quando si trova nel loro habitat naturale: l’orso non vede l’essere umano come una preda, ma in genere, quando attacca lo fa perché potrebbe sentirsi minacciato. In questo caso, l’orso ha fatto semplicemente l’orso, agendo in modo istintivo come avrebbe fatto qualsiasi mamma.

Prima di addossare le colpe ed accanirsi contro l’aggressività dell’orsa, dobbiamo, però,  fare un passo indietro: la popolazione degli orsi sulle Alpi era diminuita drasticamente nel corso degli anni e questo è uno dei motivi per cui è stato attivato il progetto di ripopolamento. Ora sarebbero quasi 100, ma tra di loro ci sarebbero anche quelli considerati “problematici” e questo avrebbe messo a rischio la convivenza tra uomo ed orso. Ma la necessità di salvaguardare la specie, che nella zona aveva raggiunto il rischio estinzione, era molto forte.

Quello che non dobbiamo dimenticare è che noi non siamo gli unici abitanti di questo pianeta: il nostro compito è quello di rispettare e preservare la natura che rappresenta il bene più prezioso che abbiamo. La flora e la fauna che ne fanno parte sono il polmone della Terra, e senza di loro non potremmo sopravvivere nemmeno noi. Il nostro pianeta, e tutto ciò che ne fa parte, è la casa di tutti gli esseri viventi.  Eppure, molto spesso natura e uomo non riescono a convivere: deforestazione, consumo di risorse, inquinamento, contenimento della specie… tutte azioni che, per mano dell’uomo, compromettono e stravolgono l’habitat degli animali. Tutte cause che possono portare alla loro estinzione. Anche l’uomo, in quanto tale, è un di per sé un animale: distruggere ed eliminare le altre specie significa recidere lo stesso ramo su cui siamo nati e stiamo crescendo, portando così anche alla nostra di estinzione.

A questo punto, non possiamo che porci un dubbio: se l’orso in Trentino non avesse rischiato l’estinzione per mano dell’uomo, non sarebbe stato necessario il ripopolamento e forse il tragico evento si sarebbe potuto evitare. Certamente si tratta solo di una riflessione. Ma l’abbattimento dell’orsa non ridarà la vita al runner.

In un caso come quello dell’orsa Jj4, non si tratta di addossare le colpe e scegliere chi è il colpevole. Non siamo in grado di conoscere l’esatta dinamica dei fatti. Quello che si potrebbe fare è prevenire eventi del genere: secondo l’Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) “gli strumenti per ottimizzare la convivenza con gli orsi in Trentino ci sono ma, come dimostra la tragedia, non sono stati attuati o sono stati attuati in modo insufficiente creando situazioni conflittuali con l’uomo e con gli animali: tra questi, abbiamo  il monitoraggio in tempo reale degli orsi; la chiusura agli escursionisti di alcune aree; la distribuzione capillare di cassonetti anti-orso; l’installazione di recinzioni elettrificate; efficaci azioni di sensibilizzazione e d’informazione rivolte a turisti e residenti”.

Anche il ministro dell’Ambiente Gilberto Picchetto si è detto contrario all’abbattimento di Jj4: “Sinceramente spero che non venga abbattuta”. Queste le parole del Ministro interpellato a margine del tavolo sulla siccità in Regione Piemonte del destino dell’orsa Jj4. “Il parere dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) – spiega Picchetto – dice che è possibile anche tenerla isolata perché è problematica a un livello alto”. Forte resta comunque il grido di restituire la mamma ai propri cuccioli.

Tra favorevoli o contrari all’abbattimento dell’orsa, tra proteste, petizioni e ricorsi, sarà il Tar che avrà l’ultima parola sul destino dell’orsa Jj4… con la speranza che la vendetta non venga confusa con la giustizia e senza adottare la la filosofia del “occhio per occhio, dente per dente”, perché il mondo non può permettersi di diventare ancora più cieco di quello che è.

 

administrator

Articoli Correlati