“Col passare del tempo la situazione degli animali in Ucraina diventa sempre più critica” e “centinaia di migliaia tra cani, gatti ma anche cavalli e animali degli zoo rischiano la vita“. A lanciare l’allarme è Valentina Bagnato, responsabile delle Relazioni internazionali dell’Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali.
“All’inizio le associazioni o le persone che li recuperavano all’interno del Paese erano molte ma si è poi creato un problema quando – spiega Bagnato – dopo un’iniziale deroga al regolamento europeo che permetteva di portarli fuori dai confini senza la documentazione necessaria, sia dall’Italia sia dai Paesi confinanti come Polonia, Ungheria e Romania è arrivato uno stop all’espatrio per tutti gli animali provenienti da rifugi, allevamenti o ai randagi. Questo è avvenuto – chiarisce – perché si è visto che anche moltissimi animali di proprietà uscivano dal Paese senza nessun tipo di vaccinazione o documento e, quindi, è iniziata a diffondersi la paura di malattie come la rabbia o altre infezioni“. Ora l’unico modo di aiutare questi animali è all’interno stesso dell’Ucraina dove scarseggiano però cibo, materiali necessari per l’accudimento, acqua e spesso anche il personale.
“Noi come Oipa – spiega Bagnato – attraverso le nostre leghe-membro che sono presenti in Ucraina e a un sistema di staffette con le associazioni locali continuiamo ad aiutare riuscendo a far arrivare cibo e materiale utile ai rifugi, ai volontari che si occupano dei randagi e anche alle persone indigenti rimaste nel Paese che non riescono più a sostenere le spese per i loro animali. Comprimo tutto direttamente in Polonia per risparmiare sui viaggi e poter comprare così più materiale possibile. Da lì gli aiuti arrivano a Leopoli da dove con piccoli mezzi vengono smistati nelle varie città interne. Una nuova spedizione partirà in questi giorni – annuncia la responsabile – e all’interno oltra al cibo per cani e gatti ci sono anche antiparassitari, siringhe, medicinali, lettiere, sabbietta, ciotole e tutto quello che si poteva mandare nel minor tempo possibile”.
Il problema non riguarda però solo gli animali domestici. A soffrire sono anche “cavalli e animali rimasti chiusi negli zoo che ancora non sono riusciti ad evacuare. In Ucraina gli zoo sono tanti purtroppo – afferma – e quelli delle maggiori città hanno il numero più alto di animali. Alcuni sono stati fortunatamente trasferiti in santuari o in altri zoo ma molti rischiano di morire perché non ci sono corridoi umanitari che ne permettano la fuoriuscita”. Anche i cavalli sono difficili da mettere in salvo. “Noi insieme all’associazione equestre dell’Ucraina e ad altre associazioni italiane stiamo cercando di dare la nostra disponibilità all’accoglienza una volta che si apriranno dei corridoi umanitari ma per il momento anche su questo versante ci stiamo muovendo per portare agli animali che sono ancora lì aiuti, cibo specifico e cure veterinarie”.
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