vadimoda.it

1941, lettere dal fronte tedesco: il tenero soldato Alfred

1941, lettere dal fronte tedesco: il tenero soldato Alfred

Le lettere di Alfred Kuby, soldato dell’Afrika Korps, raccontano la vita nel deserto libico del 1941. Grazie all’intelligenza artificiale e alla passione di studiosi, emergono preziosi frammenti di memoria.

Immaginate un’ immensa distesa di sabbia dalla quale si scorge in lontananza l’azzurro del mare. Siamo nell’area nord-orientale del Sahara, il deserto libico-nubiano. E’ il 25 settembre 1941, giorno feriale, un giovedì per la precisione. Il soldato tedesco Alfred Kuby poco più che ventenne – appartenente alla 2a Compagnia, 78° Battaglione – 15a Divisione Panzer,  (uno dei reparti di punta del famoso Afrika Korps di Erwin Rommel) – è in pausa. E scrive.

Risponde ai nonni che vivono a Großaitingen un piccolo comune della Baviera. E lo fa dalla pergola della tenda, che affonda tra le dune dell’accampamento. Non sta bene Alfred. Ma il senso del dovere, l’attaccamento ai valori della Patria lo spingerebbero a resistere. Se non fosse che i suoi superiori da cui è apprezzato e stimato, gli hanno già consigliato vivamente di tornare a casa e di farsi curare.

Alfred ha un animo sensibile, disegna, nel frattempo, gli scenari intorno a lui. e raccoglie fiori. Foglie e fiori nel deserto che oggi sono arrivati fino a noi in un grosso album , insieme a foto e cartoline d’epoca, grazie alla passione e alla perizia di uno studioso di storia del Novecento, Antonio Trinca.

Antonio è dottore in chimica, specializzato negli impianti di trattamento delle acque. Niente a che fare con il mondo militare, ciò che inizialmente ci appariva molto plausibile data anche la sua provenienza, Cesano di Roma. Tuttavia Trinca non è solo nella sua impresa. Ad incoraggiarlo e supportarlo nella ricerca c’è Historica XX Secolo, un’Associazione apolitica ed apartitica, che ha come finalità principale diffondere la cultura storica di quel periodo. Ed è un bene che sia così. Poiché l’impresa si presentava piuttosto ardua.

I testi contenuti nell’album sono manoscritti risalenti a oltre 80 anni fa, 83 per la precisione Non basta. Sono composti in Sütterlin, il corsivo ufficiale in uso in Germania a partire dal 1930. Il nuovo sistema di scrittura era stato elaborato in realtà già nel 1911 da Ludwig Sütterlin su incarico del ministro della cultura prussiano, August von Trott zu Solz.

Molto utilizzato in ambito militare, non venne visto di buon occhio dal Terzo Reich che lo considerava pericoloso perché di difficile interpretazione. Per gli appassionati e gli storici tedeschi invece un affascinante pezzo di storia.

Un viaggio a ritroso nel tempo, aiutati dall’IA

Ma siamo onesti. Se dovessimo spezzare una lancia a favore dell’intelligenza artificiale, questo sarebbe il caso. Senza il supporto dell’AI infatti sarebbe stata impresa alquanto spericolata (sicuramente certosina) trascrivere tutto il materiale ritrovato, parola per parola, frase per frase. Operazione delicata e complessa , infatti, riconoscere nella grafìa lambiccata dell’antico alfabeto, i caratteri della moderna scrittura tedesca.

Esistono diversi tipi di trascrittori automatici oggi in rete. Uno di questi – nato dalla collaborazione fra le Università di Edimburgo e di Cambridge, l’archivio nazionale di Stoccolma e l’archivio storico olandese – si è rivelato alleato particolarmente prezioso nella duplice operazione di trascrizione e traduzione dei testi. Altrettanto imprescindibile il controllo degli esperti che si sono dedicati a tale compito. A conferma del fatto – alquanto rassicurante – che è sempre l’umano intelletto a gestire scoperte e invenzioni che da esso provengono. E non il contrario.

“Non riceviamo posta, non ho più soldi né uno spazzolino da denti e nemmeno un fazzoletto pulito. Soltanto una terribile rabbia, dentro – scrive Kuby.
L’italiano lo parlo abbastanza bene ma alla lunga tutte queste chiacchiere mi danno sui nervi.
Se solo potessi avere con me le mie cose…
Non ha senso che voi cerchiate in ogni modo di inviarmele.
Siamo comunque assolutamente tranquilli e al sicuro qui.
Non facciamo altro che mangiare e dormire.
Assai spiacevole non avere qualcosa in tedesco da leggere.
Le foto sono per Voi, padre, e per i nonni a Gaisbach.
Leggete attentamente i comunicati italiani sulla Wehrmacht, anche se finora da noi non se n’è parlato.
L’altro ieri siamo andati al cinema per assistere alla proiezione del film Wunschkonzert.
Adesso voglio scrivere il mio diario, almeno lì posso scrivere tutto.

Il vostro Alfred 4. Aprile 1941

L’intero testo è contenuto sul retro di due cartoline marcate Ferrania che in realtà – come si usava all’epoca – sono delle fotografie, scattate con una fotocamera militare, forse una Leica.

Ancor più significativa e toccante la lettera inviata dal soldato Alfred ai nonni, che reca la data del 25 settembre 1941.

Cari nonni,
Vi ringrazio per la cara, lunga lettera da Großaitingen.
Tutte le notizie (che mi date) sono molto interessanti e hanno risvegliato in me una certa nostalgia.
Sono qui tutto il giorno sotto il pergolato della tenda seduto al tavolino sul mio sgabello traballante.
Non ho altro da fare che aspettare poiché dovrei intraprendere tra pochi giorni il lungo e faticoso viaggio per la Germania.
Da oltre due settimane sono in attesa. Non sono più abile al servizio, quindi dopo alcuni controlli medici verrò trasferito per essere ricoverato a Magdeburgo, dove resterò a disposizione per il reparto in attesa di un incarico idoneo.
Non ho alcuna patologia, sono solamente troppo debole e troppo magro. E per la mia età, malnutrito.
Non volevo andarmene, volevo resistere – prosegue Alfred nella sua missiva – ma i miei superiori sono dell’opinione che la mia salute sia più importante e mi hanno spedito dal medico.
Adesso però ho anche la febbre del viaggiatore. Non fa più caldo qua. Stamattina è anche piovuto per un paio di minuti.
Indosso tutto il giorno un pesante maglione di lana e pantaloni da stivale .
A parte l’orario dei pasti e l’appello sto leggendo soprattutto libri, nella nostra biblioteca ben assortita.
Oggi leggevo il romanzo di Arnold Krieger  “Empörung in Thorn” (Indignazione a Thorn) ambientato nel XVIII secolo che parla dei crimini sanguinari della giustizia polacca nei confronti dei vertici della comunità tedesca.
Se non erro parla di questa tragedia anche il romanziere e drammaturgo di Kereuzburg Gustav Freytag.“

La lettera si conclude con la descrizione del passaggio di una carovana di beduini “con oltre quaranta cammelli”. Pittoreschi e romantici li dipinge Kuby, nei loro abiti multicolori con le teste e le anche “ondeggianti sulla linea dell’orizzonte”. Quadretto di un realismo e di una vividezza così intensi che pare di essere lì, totalmente immersi nell’atmosfera silenziosa e pacifica dell’accampamento, dove il fragore della guerra non è che un’eco lontana.

Alfred (15 novembre 1892 – 14 ottobre 44) lascerà l’Africa in quello stesso anno per i problemi legati al suo deperimento fisico passando per la Sicilia diretto in Germania.
Tornerà in nord Africa 40 anni dopo, nel 1985, nei dintorni di Tripoli dove era stato da ragazzo. Ma questa volta le foto del deserto sono a colori.

ilfaroonline.it è su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte.

administrator

Articoli Correlati